Dopo il fulmineo e godibile contemporaneo di Luca Francesconi, Quartett, il lontano ma altrettanto fruibile barocco dell’Händel di Giulio Cesare in Egitto. Due titoli, nuovo il primo e storico il secondo, dei quali non ha motivo di diffidare un pubblico alla fine pienamente conquistato. […]
[…] E con lui Philippe Jaroussky (Sesto, figlio quindicenne di Cornelia) il quale ha dovuto confrontarsi con il personaggio quasi adolescenziale. È questo uno dei limiti dell’opera lirica (quando la cinquantenne Marilyn Horne vestiva i panni di Arsace, figlioletto di Semiramide-Caballé, c’era qualcosa di grottesco…). Jaroussky ha 41 anni, ma il ragazzino scattante lo sa ancora fare, e qui la vocetta acuta di controtenore aiuta la sua credibilità. […]
È la prima volta alla Scala che si ascoltano quattro controtenori in una volta sola. Il contraltista Bejun Mehta (Cesare) è superlativo per agilità, pastosità di timbro e omogeneità, ma non gli è da meno il sopranista Philippe Jaroussky (Sesto), che predilige gli squarci lirici. Molto bene anche il Tolomeo di Christophe Dumaux, mentre il basso Christian Senn (Achilla) fa il suo. Detto che Sara Mingardo è sempre il meraviglioso contralto che si conosce, e che dà corpo ai lamenti di Cornelia con una toccante profondità espressiva, molta curiosità suscita Danielle De Niese nei panni di Cleopatra. […]
Bejun Mehta, Danielle de Niese, Philippe Jaroussky e Sara Mingardo saranno protagonisti dell’opera di Georg Friedrich Händel. Alla Scala di Milano fino al 2 novembre. […]
Più efficace vocalmente è il Sesto interpretato da Philippe Jaroussky, che sta agevolmente alla pari con la drammatica figura di Cornelia, la straordinaria Sara Mingardo (l’unico personaggio a tutto tondo dell’opera). […]
2019-10-18, Le Salon Musical, by Alessandro Cammarano
[…] Convince il Sesto timido e al contempo irruente di Philippe Jaroussky, più a suo agio nelle arie elegiache – dove il controllo dei fiati è impeccabile – che non in quelle di vendetta. […]
Non vorremmo essere equivocati nel recensire la performance di Philippe Jaroussky, il cui timbro pigolante parecchio personale al nostro gusto non piace granché, tuttavia è un Sesto convincente non fosse che i virtuosismi ci sono tutti e ben emessi. È un giovane ardente, dall’impulsività adolescenziale, parecchio ingenuo nella sua esuberanza, pur mosso da plausibile paura per la responsabilità vissuta come ineludibile condanna alla vendetta, come emerge in “Svegliatevi nel core”. Mentre in “Cara speme, questo core” il sentimento di vendetta si stempera in una delicata e quieta rassegnazione. Detto del delicatissimo duetto con la madre, sottolineiamo anche la drammatica risoluzione ad uccidere Tolomeo pur con un accento nobile in “L’angue offeso mai riposa” e l’effervescenza irosa esibita nell’agitato “L’aura che spira”. […]
L’artista è Sesto in ‘Giulio Cesare in Egitto’ di Haendel, prerogativa dei castrati fino a questo momento. Francese, 41 anni, di cui già 20 di carriera, è anche il fondatore dell’accademia parigina per bambini […]